Lo so, il titolo è un po’ fuorviante, ma combacia con lo stile adottato nella stesura di questa tesi: parto da un saggio di Mario Gerosa sui trailer videoludici e mi spingo oltre.
Il mondo dei videogiochi si evolve a velocità pazzesca, questo lo sappiamo, ed è possibile che nel tempo alcune di queste categorie si possano trasformare per dare luce ad un nuovo modo di presentare i giochi. La nuova categoria che vado ad analizzare è un’evoluzione di quella che Gerosa definisce Star maker.
Tra gli esempi più illustri – ma anche semplicemente esempi e basta – lo troviamo adottato da Sony per promuovere un gioco rilasciato nel febbraio del 2010: Heavy Rain, per PlayStation3. Nel trailer viene presentata un’intervista incrociata à Le Iene, il noto programma di Italia Uno, in cui due o più persone appaiono in primo piano affiancate nella stessa inquadratura e rispondono a turno alla domanda del giornalista-iena. Qui compaiono David Cage, produttore del gioco in carne e ossa cha parla con la propria voce e Ethan Mars, il protagonista del gioco, in forma digitale, doppiato da un eccellente Pino Insegno. Il giornalista pone domande che vanno dal nome e professione dei due ad alcune note tecniche sul gioco, raggiungendo così una sottile comicità, perché effettivamente Ethan è frutto del lavoro di Cage. Il mondo di gioco, limitato per una persona reale, è Il Mondo (in maiuscolo) per Ethan, perché vive lì dentro. Simpatica la risposta alla domanda: «Che voto daresti a David Cage come programmatore?» Cage risponde pensandoci un po’ su: «sette» mentre Ethan esclama senza esitazione: «Beh, ha fatto me. Dieci!» Un trailer curioso e nuovo rispetto a quanto visto finora. Ma dove sta il problema? Con i suoi due minuti e sette secondi è troppo lungo.
Un trailer, anche ben curato, ma di sole chiacchiere, purtroppo rischia di annoiare. Sicuramente la divisione marketing di Sony ha puntato sui primi piani di Ethan per mostrare quanto la grafica sia sbalorditiva e realistica, ma non basta per convincere qualcuno ad acquistare il gioco. Sicuramente la scelta di mandarlo in onda su MTV in fasce orarie pomeridiane è azzeccata, così da raggiungere un target che possa capire senza grosse difficoltà messaggio e prodotto. Infatti dubito che la casalinga spettatrice de L’Italia sul Due possa essere in grado di cogliere tutte le sfumature e capire che non si tratta di un nuovo programma televisivo ma di un videogioco. E si, avrebbe difficoltà a capirlo anche se è una videogiocatrice di WiiFit e si allena tutti i giorni con Brain Training, perché parliamo di generi del tutto opposti. Possiamo parlare addirittura di mondi opposti, anche all’interno dello stesso medium.
Ma superando questa digressione arriviamo al punto fondamentale del capitolo: il mio trailer. Partendo più dalla fama di gioco e nome del protagonista Travis Touchdown, presento alcuni personaggi secondari del film, facendoli comparire per alcuni secondi rispondendo all’ipotetica domanda: «Dimmi qualcosa su Travis Touchdown.» Senza però mostrare mai il protagonista, se non per una brevissima inquadratura prima della comparsa del titolo. Domanda ipotetica perché non si sentirà né si vedrà mai l’intervistatore porre la questione, perché la persona curiosa è proprio il pubblico. Perciò, anche se in maniera indiretta, il trailer darà alcune risposte alle domande che il pubblico stesso si fa. Un trailer quindi strutturato come un gioco in prima persona, dove quello che avviene su schermo è in funzione di chi sta di fronte all’apparecchio.
Chiedo già scusa per queste stranezze tutte concentrate in un unico progetto, ma sto cercando di sfruttare più che posso il quadratino “tesi sperimentale” che ho barrato sul primo documento consegnato in segreteria.
Ora c’è da capire questa cosa: il trailer è chiaramente rivolto ai videogiocatori, a coloro che conoscono questo mondo e le sue celebrità, approfittando della fama del protagonista per presentarne il film (per quanto corto sia). La domanda è: se una persona qualunque dovesse vederlo, senza sapere che è tratto da un videogioco, sarebbe incuriosito? Avrebbe voglia di approfondire la personalità di Travis? Come ho già accennato prima, gli attori che compaiono nel trailer non fanno altro che rispondere alla domanda dello spettatore: «Chi è Travis Touchdown?»